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Senza mutande dalla regina, la regina della Rivoluzione Viv.

La supremazia del maschio nel Fashion System

Non mi andrà mai del tutto giù che il Patriarcato in un modo o l’altro abbia sempre la meglio, soprattutto dall’ 800 in poi. E non riuscirò mai a digerire il fatto che nel Fashion System personalità dirompenti ed all’avanguardia femminili siano sempre offuscate da un’ aura di nebbia che non ne fa risplendere i nomi come giustamente si meriterebbero.

Esempi ne sono la mia amata Elsa Schiaparelli (di cui vi ho scritto qui, che ha introdotto un colore che porta il suo nome e la collaborazione tra moda ed arte con Dalì), Luisa Spagnoli (si, i baci Perugina sono una sua invenzione ,e fu  la prima a istituire un asilo per le dipendenti dentro la sua azienda), Vionnet, Madame Gres…la lista dei casi in cui trionfa la supremazia del Maschio etero o non può allungarsi notevolmente.

29 Dicembre 2022 Ciao Viv!

 

Il Perny ( mio marito) quando gli ho detto: -“Sai, è morta Vivienne Westwood”- mi ha detto: -“…sai che non ce l’ho del tutto presente”– ,il che  ha suscitato nuovamente in me questo sentimento.

Penso che spesso donne che sono state davvero la rivoluzione, anche se in ambiente per antonomasia femminile come quello della Moda, forse solo perché tali non sono incensite degli stessi fasti che invece vengono riservati ai loro colleghi dell’altro sesso.

Questo post, non cambierà ovviamente le sorti di nessuno, ma è un semplice mezzo per me di sentirmi in connessione con lo spirito irriverente e passionale di Viv, anche le foto che troverete sono tutte foto scattate da me ai miei libri, per sentire il tutto ancora più mio.

Va bene che il patriarcato è radicato e lo smantellamente è un processo lento ma poi ci si mette di mezzo anche il fato che vuole che l’Alice nel paese delle Meraviglia della moda, Viviene Westwood si spenga lo stesso giorno di uno dei più grandi calciatori della storia (Pelè) e poco prima del Papa emerito, ovvio che le ultime due morti, maschili per giunta, sono molto più main-stream di quella della nostra Viv.  Non che ci sia una classifica tra esseri umani deceduti, ma è innegabile che il numero di notizie su Pelè e Papa Benedetto sia stato di gran lunga più ampio rispetto a quello di quelle sulla stilista del Regno Unito.

Stilista tra le più influenti dell’ultimo 4^o del ventesimo secolo.

Vivienne Westwood: stilista, che può essere annoverata tra le più influenti dell’ultimo 4^o del ventesimo secolo.

Vivienne Isabel Swire nasce nel 1941 nella provincia dello Yorkshire, si trasferirà a Londra con la famiglia quando ha  17 anni e la prima cosa che fa giunta nella capitale è visitare i Musei, lo studio ed in parte anche la professione di insegnante pervaderanno tutta la sua opera.

 Il cognome Westwood lo riceve dal primo matrimonio. Vivienne studia la storia della moda dagli albori: conosce in profondità un codice per distruggerlo e aggredirlo.

“Destroy” come slogan di vita

Dall’incontro con il poliedrico Malcolm Mc Lauren (secondo marito di Viv) nasce il Punk e se McLauren con i Sex Pistols (sua scoperta o per meglio dire invenzione) ne determina il genere musicale, Vivienne ne codifica lo stile: orli tagliati a vivo, piercing, borchie, elementi vintage ed anfibi il tutto scientificamente proposto dalla coppia nella loro boutique al 430 di King’s Road, aperta nel 1971 con il nome di “Let Rock” che poi diventerà “Sex”.

Il “Destroy” sulle T-shirt asimmetriche è un ruggito che vuole

“distruggere valori e tabù di un mondo crudele ed ingiusto”.

Nella sua crociata contro l’ovvio e la convenzione che porteranno poi la stilista ad essere una fervente ambientalista, c’è da sempre una forte attenzione al “recycle” che troviamo da sempre nella ricerca di pezzi vintage e poi nella sua affermazione:

“Compra Meno, scegli bene, fallo durare.

Il Passato come fonte d’ispirazione

“Nel secolo scorso, l’imperativo era sbarazzarsi del passato. E’ come dire ad uno scienziato di sbarazzarsi del suo laboratorio. Se lo fai butti via tutta la tecnica. E invece si deve tornare al passato.”

Il suo amore per la storia e lo studio fanno si che in un momento in cui tutti vogliono sbarazzarsi del passato lei utilizzi abiti antichi adattandoli, o esasperandoli nella moda contemporanea.

Tra i temi e le ossessioni ricorrenti nella sua opera c’è l’Arte Allegorica di Blake e Hogarth. Fortissima la propensione verso l’arte che poi la porterà anche alla collaborazione con Keith Haring nel 1983.

Come in seguito Gaulthier, Mc Queen, Margiela saranno elementi ricorrenti: i bustier aderenti, linee decise, gorgiere enormi, corsetti, crinoline e tacchi vertiginosi.

Lo stile Monarca” in chiave 2.0, quello nato sullo stesso suolo in cui opera Viv inaugurato dalla regina Elisabetta I che grazie ad un guardaroba leggendario aveva già ampliamente capito quanto la moda riuscisse a mettere in risalto non tanto la sua costituzione ma la sua condizione sociale.

Il Corsetto che nasce come indumento intimo femminile nato per sostenere e costringere viene utilizzato come indumento autonomo, simbolo di una forte liberazione sessuale: uno dei leitmotiv di Vivienne Westwood.

Così come il “Sotto-Sopra” con i reggiseni indossati sopra le t-shirt che trionfano nella collezione Cafe society (Primavera/Estate 1994) ma che troviamo già nella collezione Savage (Primavera/Estate 1982) dove troviamo look dall’ispirazione tribale.

Il debutto e il New Romanticism

 Vivienne è sempre voluta andare contro corrente e una volta codificato il movimento Punk, nel 1981 debutta in passerella con la collezione Pirates (Autunno/Inverno 1981-1982) che determinerà i codici del movimento “New Romantic” (Boy George dei Culture Club per capirsi…).

” Il mai visto prima è la definizione che tengo sempre presente”

God Save the Queen

Anglomania non è solo il nome della sfilata dell’ Autunno/Inverno 1993-94 in cui verranno glorificati il tartan (ve ne parlo anche in questo post) e l’Harris Tweed come vessilli del brand ma anche una vera e propria tendenza che abbraccia tutto l’Occidente.

Vivienne ha detto

“la mia felicità più grade è quando riesco a fare parodia degli inglesi nel contesto di una prospettiva classica”.

Pensiero che ha letteralmente concretizzato quando ha spiazzato l’intera opinione pubblica presentandosi a corte dalla regina nel 1992 senza mutande. Tutti si stupirono quando la videro arrivare senza indossare nulla di stravagante, ma rimasero letteralmente senza parole, quando la gonna a ruota si aprì e facendo una giravolta Vivienne mostrò al mondo che sotto il vestito non c’era nulla!

Un Amore eterno

Nel 1988 incontra Andreas Kontrhaler suo allievo all’Accademia di Arte Applicate di Vienna che come lei si ispira alla storia in tutta la sua produzione. I due si sposeranno dando vita ad un connubio creativo esplosivo e pervasivo, inneggiando ad un tema davvero attuale: l’ambientalismo.

Vegetariana, paladina dell’affermazione dei diritti civili è celebre la sua “Lettera alla Terra” contenente un accorato appello ai potenti degli Stati riguardo la sostenibilità della nostra unica casa: il Pianeta.

Oltre all’amore che accomuna i due nonostante la differenza di età, ciò che mi ha sempre colpito è il fatto che entrambi non abbiano mai considerato una collezione come tale senza l’uscita Bridal, come se l’amore dovesse sempre tramontare su tutto: anche sulla morte.

Ciao Viv, grazie!